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LA STRAGE DEI DETENUTI... BILANCIO DI UN ANNO TRAGICO

L'Unione delle Camere Penali Italiane fa il bilancio, tragico, di un anno delle carceri del nostro Paese dal quale emerge con assoluta drammaticità la questione delle morti: 173 e dei suicidi: 66 in un degrado di strutture, interventi e diritti calpestati.

 

"È oggettivamente impossibile fornire numeri aggiornati sui detenuti morti quest’anno nelle carceri italiane, giacché tra la redazione e la pubblicazione di questo scritto probabilmente saranno ancora aumentati. Ad oggi le cifre sono impressionanti: 173 morti, di cui ben 66 per suicidio. Una vera e propria strage che ci deve far interrogare su un carcere non più solo luogo di limitazione della libertà personale, ma istituzione dove si rischia la vita e spesso la si perde.

Il rapporto tra i suicidi delle persone ristrette in carcere e quelle libere è di 19 ad 1: una percentuale talmente sproporzionata da non essere spiegabile unicamente con la difficile situazione psicologica derivante dalla limitazione della libertà personale.

Carcere significa sovraffollamento, strutture vetuste, mancanza delle minime condizioni di igiene e spesso di cure sanitarie, ma anche isolamento prolungato e luogo dove vengono meno i principi fondamentali del diritto e dell’umanità.

Alcune ricerche indipendenti hanno dimostrato come via sia una correlazione fra sovraffollamento e suicidi. Nelle 9 carceri dove sono accaduti almeno 2 suicidi nell’anno, il tasso medio di sovraffollamento è del 176% contro un dato nazionale del 154%, e la frequenza dei suicidi è di 1 caso ogni 415 detenuti, mentre la media nazionale è di 1 su 1.090.

Questo dimostra che là dove l’affollamento è del 22% oltre la media nazionale, la frequenza dei suicidi è più che doppia. Pare evidente che quando alla limitazione della libertà personale si sommano altre condizioni di disagio, la situazione dei detenuti diventa drammatica e spesso porta ad un tale livello di disperazione da indurre al suicidio.

Un’altra ricerca ha evidenziato, a conferma dell’assunto di cui sopra, come i regimi speciali di detenzione (che riguardano il 10% della popolazione carceraria) nel 2010 siano stati interessati dal 60% dei suicidi. Una cifra impressionante che dà ragione a chi definisce il regime del 41 bis una “tortura bianca”, dove molte limitazioni, più che ai giusti criteri di sicurezza, si ispirano a criteri di applicazione disumana della pena.

Se è vero che la civiltà di un popolo si misura dalle sue carceri, le cifre di coloro che muoiono nelle carceri italiane dimostrano che, lungi dall’essere luoghi di rieducazione, come vuole la Costituzione, esse finiscano per diventare vere e proprie discariche sociali. L’Osservatorio Carcere dell’Ucpi intende attuare un’attenta azione di vigilanza sul fenomeno delle morti in carcere, valutando ogni singola vicenda anche attraverso esposti e denunce ove le circostanze e le dinamiche presentino profili di rilevanza penale".

 

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