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LIVIO FERRARI E’ IL GARANTE PER I DETENUTI DEL COMUNE DI ROVIGO

Con decreto del 3 ottobre il Sindaco del Comune di Rovigo, Fausto Merchiori, ha nominato il garante dei diritti delle persone private della libertà personale nella persona di Livio Ferrari, esperto di problemi carcerari e direttore del Centro Francescano di Ascolto.

L’ufficializzazione è avvenuta stamani a Palazzo Nodari alla presenza del Sindaco Merchiori e dell’assessore Moschin, con Ferrari che ha annunciato tra i primi suoi interventi verificare perché sia così alta la percentuale di persone che entrano negli istituti sani e ne escono malati, circa l’80% secondo i medici penitenziari.
Il Consiglio Comunale di Rovigo, nella seduta di ieri 23 settembre aveva definitivamente e all'unanimità approvato l'istituzione del garante per i diritti della persone detenute, progetto presentato dall'assessore alle politiche sociali, Giancarlo Moschin, e la scelta è caduta su Ferrari, esperto nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani e delle attività sociali negli istituti penitenziari, e con un lungo curriculum che lo ha visto protagonista in diversi ruoli a livello nazionale.
Un garante per i detenuti, perché ne tuteli i diritti e le opportunità di recupero e riabilitazione è quanto ha voluto perseguire l’assessore alle politiche sociali Giancarlo Moschin, e per il Veneto è la prima di queste figure a nascere, sulla scia di altre città, province e regioni  italiane.
«Abbiamo sentito l’esigenza - spiega l’assessore - di fare quanto già adottato in altre città, ossia avere una persona che segua i problemi di chi è recluso. Il carcere è luogo di rieducazione e questa figura rappresenta un atto di attenzione e civiltà nell’aiutare a riscattarsi e a reinserirsi nella società chi ha sbagliato».
Le funzioni del garante saranno il promuovere i diritti e le opportunità di partecipazione alla vita comune, come formazione professionale, tutela della salute e così via. Allo stesso modo dovrà promuovere incontri pubblici di sensibilizzazione sugli aspetti della detenzione e se serve, lavorare insieme al difensore civico comunale. Potrà anche segnalare violazioni dei diritti dei reclusi e confrontarsi con le autorità competenti sulle condizioni nelle quali vivono, fino a rapportarsi con le associazioni interessate ai problemi penitenziari. Tutto il suo operato sarà sottoposto annualmente al giudizio del Comune e delle associazioni specifiche, fino al tavolo sul carcere. Resta in carica 5 anni e può essere confermato solo per un altro quinquennio. Riceverà anche un’indennità simbolica di 1.200 euro l’anno, oltre al rimborso delle spese.

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